La motivazione è l’insieme delle capacità fisiologiche, emotive, cognitive che indirizzano la persona con il suo modo di essere verso un obiettivo.

Nel Basket possiamo condividere la motivazione con i bisogni, i desideri e le pulsioni completandola con tutti quegli aspetti che si esprimono in energia e affetto.

Ma qual è il meccanismo che permette a tutti coloro che praticano questa disciplina sportiva di tuffarsi o di recuperare un pallone come  Da Tome? Prendere un rimbalzo difficile come Gentile? Effettuare cambi difensivi e sostenerli nonostante una disparità fisica come Aradori?  Difendere con grande intensità  come  Marco Belinelli? Com’ è possibile trovare queste energie nell’ambito sportivo e magari un po’ meno nella normale attività quotidiana?

Oggi stiamo valutando gli Atleti dell’Italia del Basket non solo attraverso il risultato tecnico (vittoria/sconfitta), ma anche attraverso l’impegno che ci mettono durante la prestazione sportiva , quindi definiremo la “passione “ come Motivazione sportiva.

Conoscere la motivazione sportiva permette di poterla utilizzare seguendo i bisogni precisi dell’atleta e la classificheremo in due grosse diramazioni primarie e secondarie.

LA PRIMARIA

è direttamente collegata al gioco,  alla gratificazione,  all’agonismo, alla personalità, è  quella che caratterizza il basket:

  • la velocità nel ripartire in contropiede
  • intercambiabilità nei ruoli attacco (vedi Da Tome e Belinelli)
  • la difesa in contenimento nel p/r della  Croazia
  • tanto cuore per raggiungere l’obiettivo.

LA SECONDARIA

La secondaria  permette  all’atleta di essere legato alla disciplina aumentando così  la voglia di realizzarsi.

La motivazione intrinseca  consiste nel  divertimento,  nella gratificazione del fare ed aumenta la capacità emotiva dell’atleta.

L’Italia del Basket,  intesa come gruppo attento e concentrato,  ha attivato da subito la  Self-Determination Theory la quale  stabilisce  che ogni uomo è naturalmente proiettato nel provare interesse, a conoscere e  ad agire automigliorandosi.

I giocatori di questa meravigliosa disciplina per essere motivati hanno bisogno di soddisfare tre bisogni innati ed universali.

Condividere l’ambiente ed avere la possibilità di esprime re le proprie capacità è il bisogno della Competenza.

Interagire con gli altri e  sentirsi parte integrante del gruppo è il bisogno della  Relazionalità.

Poter compiere  delle scelte all’interno dei giochi d’attacco,  la capacità di svolgere ben precisi compiti difensivi, cambi sistematici scalando ancora una volta il lato debole per evitare miss-match  che poi è il bisogno di Autonomia.

L’Autonomia  e la  Padronanza sono due argomenti fondamentali all’interno della motivazione sportiva perché consentono al giocatore di essere internamente motivato per riuscire a svolgere in maniera dettagliata  il piano partita e le responsabilità delle conclusioni in attacco  in quanto derivano dal proprio essere; cerca di compierle sempre in maniera eccellente (pensiamo ad un tiro aperto o ad un tiro libero);

La competenza permette al giocatore di poter esprimere le proprie potenzialità con l’attenzione a volersi migliorare continuamente (le partite agli europei sono una dopo l’altra) senza fondare il tutto sul proprio talento innato cestistico.

Particolarmente presente nella motivazione sportiva è lo stato di flow che  nel basket viene chiamato  “trance agonistica”, l’atleta perde la cognizione spazio temporale ed è concentrato nella specifica azione tecnica.

Molte volte associamo lo stato di flow alla continuità dei canestri realizzati,  ma possiamo riscoprirla anche nelle situazioni difensive di squadra dove tutti e cinque gli atleti in campo, con l’aiuto della comunicazione verbale e della panchina riescono a recuperare palloni, correre in contropiede, sempre in anticipo su tutte le linee di passaggio e soprattutto muovere la palla nella metà campo offensiva con grande fluidità.

La motivazione sportiva per essere innescata ha anche bisogno di conoscere lo scopo e  l’obiettivo. Per i giocatori della nazionale sicuramente il fatto di esserne parte. In realtà  essere utili ed avere un certo grado di responsabilità corrisponde all’obiettivo da raggiungere (considerando anche che vincere il campionato europeo è un obiettivo non controllabile).